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EMMA 01/ Editoriale

Resistere al deserto
di Carlotta Pedrazzini

È difficile scrollarsi di dosso la sensazione che il deserto sociale, in continua espansione, stia per lambirci. Avanza lento, si avvicina, tanto che a volte si ha l’impressione di riuscire a scorgerlo dalla finestra di casa.

Eppure sarebbe scorretto sostenere che “mai momento fu più opportuno” per dare vita a un progetto editoriale libertario: ogni presente richiede una partecipazione cosciente e attiva e ha bisogno di riflessioni per essere compreso. Non solo questo presente, per quanto arido e desolante possa essere.

Ciò che possiamo affermare, però, è che EMMA, il periodico semestrale che hai tra le mani, nasce da un’esigenza attuale: ritagliare, all’interno del panorama dell’informazione italiana, uno spazio per i pensieri, le lotte e le esperienze di matrice libertaria, che vada ad affiancarsi a progetti già esistenti. 

È così che ha preso vita l’idea di una nuova rivista che si propone di affrontare, attraverso analisi di ampio respiro, i problemi del nostro tempo, mantenendo alta l’attenzione critica nei confronti del potere, delle derive autoritarie, delle ingiustizie. Con l’obiettivo di provare a fornire strumenti per l’interpretazione di un contesto socio-politico che rifiutiamo e che vogliamo cambiare, e di rivolgerci alle lettrici e ai lettori senza sicumera e senza la pretesa di detenere la verità.

EMMA – una pubblicazione periodica, digitale e cartacea, a colori, distribuita: un minuscolo “assalto al cielo” – si è concretizzata in pochi mesi grazie al lavoro di collaboratrici e collaboratori, autrici e autori, compagne e compagni, e questo la dice lunga sulla fame di libertà e di spazi culturali che avvertiamo in questo momento.

Di cose da dire ne abbiamo parecchie: sono tante le riflessioni che intendiamo raccogliere sulla rivista. La varietà dei temi e anche degli approcci presente su questo numero ne è la prova: agli scritti di critica del contemporaneo (Abbattere i simboli del potereOltre FrontexSe il 70% vi sembra pocoTra le rovine dell’imperoSenza metafore e senza corpi) abbiamo affiancato un reportage (Frontiere), articoli su libri e cultura (L’arte che critica l’arteMicologia rivoluzionaria), sul pensiero (Chi ha paura della libertà), sull’ecologia (Un’altra montagna), sulla storia (Resistenza senza confini), un ritratto di donna anarchica (Una torcia nella notte del Novecento), un racconto (Tutto sotto controllo), la prima voce di un glossario libertario (Ecologia sociale) e la testimonianza di un’esperienza concreta (Prove pratiche di autogestione).
Una pluralità di voci, di mezzi espressivi, di argomenti che ci impegneremo a mantenere anche nei prossimi numeri.

Come accade con tutti i periodici, ci auguriamo che EMMA possa diventare un nodo di relazioni, un luogo di scambio capace di intessere comunità. La speranza, poi, è che questa rivista riesca a trasformarsi, nei tempi a venire, in un piccolo impulso per futuri pensieri e future pratiche.
Se succederà, sapremo di aver intrapreso un viaggio nella giusta direzione.

Il nome che abbiamo scelto per il progetto è un tributo a Emma Goldman, anarchica che ha partecipato attivamente agli accadimenti del suo tempo e ha saputo analizzarlo con lucidità; non intendiamo certo fare accostamenti o equiparazioni, solo fissare un punto verso il quale dirigere la nostra rotta. Alla volta di un orizzonte, quello dell’utopia, che sembra farsi ogni giorno più distante.

Carlotta Pedrazzini

 

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